HOMME DE MON TEMPS
Chanson italienne – Uomo del mio tempo – Salvatore Quasimodo – 1947
Tu es encore celui de la pierre et de la fronde,
Je t'ai vu –
Vous oubliez vos pères :
Leurs tombes s'enfoncent dans la cendre,
Les oiseaux noirs, le vent, couvrent leur cœur.
Leurs tombes s'enfoncent dans la cendre,
Les oiseaux noirs, le vent, couvrent leur cœur.
Man of My Time
You are the creature still of stone and sling,
man of my time. Yours was the cockpit
of malignant wings, the gnomons of death,
– I saw you – in the fiery chariot, at the gallows,
at the torturer’s wheel. I saw you: it was you,
your exact science devoted to extermination,
without love, or saviour. Again you kill,
as ever, as your fathers did, as the creatures
that saw you for the first time, killed.
And the blood still smells of that day
when one brother said to the other:
‘Let us go to the field.’ And that echo, chill,
tenacious, reaches down to you, in your day.
Forget, o sons, the clouds born of blood
risen from the earth, forget the fathers:
their tombs sink down deep in the ashes,
dark birds, the wind, cover their hearts.
Uomo del mio tempo
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
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Montale, Ungaretti, Quasimodo |
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