mercoledì 25 settembre 2013

Lost Time Il Tempo Perso Le temps perdu JACQUES PRÉVERT


Il Tempo Perso

Sulla porta dell'officina
d'improvviso si ferma l'operaio
la bella giornata l'ha tirato per la giacca
e non appena volta lo sguardo
per osservare il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
fa l'occhiolino
familiarmente
Dimmi dunque compagno Sole
davvero non ti sembra
che sia un po' da coglione
regalare una giornata come questa
ad un padrone?


SOLE ROSSO *RED  SUN* - Giovanni Frangi






Le temps perdu

Devant la porte de l'usine
le travailleur soudain s'arrête
le beau temps l'a tiré par la veste
et comme il se retourne
et regarde le soleil
tout rouge tout rond
souriant dans son ciel de plomb
il cligne de l'oeil
familièrement
Dis donc camarade Soleil
tu ne trouves pas
que c'est plutôt con
de donner une journée pareille
à un patron?

Lost Time

Before the factory gate
the worker suddenly stops
the good weather has tugged him by the coat
and as he turns round
and looks at the sun
all red all round
smiling in its burning sky
he winks his eye
familiarly
Say my friend Sun
don't you find
it's rather stupid
to give such a day
to a boss? 

HOMME DE MON TEMPS

Version française – HOMME DE MON TEMPS – Marco Valdo M.I. – 2013
Chanson italienne – Uomo del mio tempo – Salvatore Quasimodo – 1947
Tu es encore celui de la pierre et de la fronde,
Homme de mon temps, homme de mon monde.
C'était toi dans la carlingue, les ailes malignes,
Méridiennes de mort traçaient une ligne.
Je t'ai vu –
Dans ton char de feu, au pied des potences,
T'activer aux roues d'écartèlement.
Je t'ai vu –
C'était toi, avec ta science
Exacte poussée jusqu'à l'anéantissement,
Sans Christ, sans amour,
Tu as tué encore,
Comme toujours,
Comme tuèrent les pères,
Comme ils tuèrent
les animaux qui pour la première fois te virent
Et ce sang sent
Comme le jour où le frère
Dit à l'autre frère :
« Allons aux champs ».
Et cet écho tenace, froid,
Est arrivé jusqu'à toi,
Dans ta journée.
Vous oubliez, ô fils, le sang en nuées
Montant de la terre,
Vous oubliez vos pères :
Leurs tombes s'enfoncent dans la cendre,
Les oiseaux noirs, le vent, couvrent leur cœur.



Man of My Time


You are the creature still of stone and sling,

man of my time. Yours was the cockpit
of malignant wings, the gnomons of death,
– I saw you – in the fiery chariot, at the gallows,
at the torturer’s wheel. I saw you: it was you,
your exact science devoted to extermination,
without love, or saviour. Again you kill,
as ever, as your fathers did, as the creatures
that saw you for the first time, killed.
And the blood still smells of that day
when one brother said to the other:
‘Let us go to the field.’ And that echo, chill,
tenacious, reaches down to you, in your day.
Forget, o sons, the clouds born of blood
risen from the earth, forget the fathers:
their tombs sink down deep in the ashes,
dark birds, the wind, cover their hearts.

Uomo del mio tempo

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
Quando il fratello disse all’altro fratello:
«Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
Salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
montale ungaretti quasimodo
Montale, Ungaretti, Quasimodo

martedì 24 settembre 2013

Al mare (o quasi)


Al mare (o quasi)

L'ultima cicala stride
sulla scorza gialla dell'eucalipto
i bambini raccolgono pinòli
indispensabili per la galantina
un cane alano urla dall'inferriata
di una villa ormai disabitata
le ville furono costruite dai padri
ma i figli non le hanno volute
ci sarebbe spazio per centomila terremotati
di qui non si vede nemmeno la proda
se può chiamarsi cosí quell'ottanta per cento
ceduta in uso ai bagnini
e sarebbe eccessivo pretendervi
una pace alcionica
il mare è d'altronde infestato
mentre i rifiuti in totale
formano ondulate collinette plastiche
esaurite le siepi hanno avuto lo sfratto
i deliziosi figli della ruggine
gli scriccioli o reatini come spesso
li citano i poeti. E c'è anche qualche boccio
di magnolia l'etichetta di un pediatra
ma qui i bambini volano in bicicletta
e non hanno bisogno delle sue cure
Chi vuole respirare a grandi zaffate
la musa del nostro tempo la precarietà
può passare di qui senza affrettarsi
è il colpo secco quello che fa orrore
non già l'evanescenza il dolce afflato del nulla
Hic manebimus se vi piace non proprio
ottimamente ma il meglio sarebbe troppo simile
alla morte ( e questa piace solo ai giovani)
-- Eugenio Montale 
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-17819>

lunedì 23 settembre 2013

Working, working, working / I prefer the sea - storming


San Benedetto Del Tronto - Ugo Nespolo



Fabbricare, fabbricare, fabbricare
Preferisco il rumore del mare
Che dice fabbricare fare disfare
Fare e disfare è tutto un lavorare
Ecco quello che so fare

(Dino CampanaOpere, Canti Orfici e altri versi e scritti sparsi, ed. TEA)


domenica 22 settembre 2013

too "fall-in-love-able"




E VATTENE, SEI TROPPO INNAMOREVOLE!

E vattene, sei troppo innamorevole!
Sei troppa seta per questa plastica rotta,
troppi smeraldi, fibbie con cinghiali,
e quando ti carezzi lo sguardo con le ciglia
io Ravenna e Pisa su un sedile
non so da dove cominciare a ammirarle,
né so guidare con un Tiziano accanto
che di sbieco e lontano tra alberelli
mostra come un segreto un’acqua azzurra
ma di un azzurro che non è che un’idea,
l’idea del fondo che sta di là del fondo
di un labirinto come te di bellezza,
che dall’avorio ti porta alle perle
e dalle perle alla schiuma del mare
e dalla schiuma… Scendi da questa macchina,
sei troppo interamente seducente!

J. Rodolfo Wilcock

(Poesie, Adelphi, 1980)

sabato 21 settembre 2013

L’amour à la robote


L’amour à la robote
Un homme écrit à la machine une lettre d’amour et la
machine répond à l’homme et à la main et à la place
de la destinataire
Elle est tellement perfectionnée la machine
la machine à laver les chèques et les lettres d’amour
Et l’homme confortablement installé dans sa machine à
habiter lit à la machine à lire la réponse de la machine
à écrire
Et dans sa machine à rêver avec sa machine à calculer
il achète une machine à faire l’amour
Et dans sa machine à réaliser les rêves il fait l’amour
à la machine à écrire à la machine à faire l’amour
Et la machine le trompe avec un machin
un machin à mourir de rire.

(Jacques Prévert)
Un uomo scrive a macchina una lettera d’amore e la macchina
risponde all’uomo e alla mano come se fosse la destinataria.
È talmente perfezionata quella macchina
lavatrice di assegni e di lettere d’amore
E l’uomo confortevolmente installato nella sua macchina
per abitare legge alla sua macchina da leggere la risposta
della macchina da scrivere
E nella sua macchina per sognare con la sua macchina calcolatrice
compra una macchina per fare l’amore
E nella sua macchina per realizzare i sogni fa l’amore con la
macchina da scrivere con la macchina per fare all’amore
E la macchina lo tradisce con un macinino
un macinino da morir dal ridere.

venerdì 20 settembre 2013

What does the poetry serve? It may serve.



A cosa serve la poesia? Può servire.


Vi faccio un esempio.

Prendete una coppia che va abbastanza bene:

due o tre lustri di convivenza

casa figli interessi comuni.

I coniugi però, non essendo né sordi né orbi né privi di altri sensi 

naturalmente non immuni

dal notare che il mondo è pieno di persone attraenti

dell’altro sesso

di cui alcune, per circostanze favorevoli,

sarebbero passibili di un incontro a letto.

Sorge allora un problema che propone tre soluzioni.

La prima è la tradizionale repressione

non concupire eccetera non appropriarti dell’altrui proprietà

per cui il coniuge viene equiparato a un comò

Luigi XVI o a un televisore a colori

o a un qualsiasi oggetto di un certo valore

che non sarebbe corretto rubare.

La seconda soluzione è l’adulterio

altrettanto tradizionale

che crea una quantità di complicazioni

la lealtà (glielo dico o non glielo dico?)

lo squallore di motel occasionali

la necessità di costruire marchingegni di copertura

che non eliminano la paura

di fastidiose spiegazioni.

La terza soluzione è senza dubbio la più pratica

Si prendono i turbamenti e i sentimenti

le emozioni e le tentazioni

si mescolano bene si amalgama l’immagine

con un brodo di fantasia

e ci si fa su una poesia

che si mastica e si sublima

fino a corretta stesura sulla macchina da scrivere

e infine si manda giù

si digerisce con un po’ di amaro

d’erbe naturali

e poi non ci si pensa più.


Joyce Lussu


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mercoledì 18 settembre 2013

Il più bello dei mari è quello che non navigammo. ====> Looking for the Turkish original one!


Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

(Libro: Poesie d'amore
Autore: Nazim Hikmet
Traduzione di Joyce Lussu)





The most beautiful sea hasn’t been crossed yet.
The most beautiful child hasn’t grown up yet.
The most beautiful days we haven’t seen yet.
And the most beautiful words I wanted to tell you
I haven’t said yet…

martedì 17 settembre 2013

Welles ~ Pasolini ___ LA RICOTTA

soundtrack by Carlo Rustichelli
see also Ro.Go.Pa.G.


SUB ES
...............here
SUB PT
...............here
SUB EN
...............here


- E' malato di cuore lei?
- No, no... facendo le corna...
- Peccato, perche' se mi crepava qui davanti sarebbe stato un buon elemento per il lancio del film. Tanto lei non esiste. Il capitale non considera esistente la mano d'opera se non quando serve la produzione. E il produttore del mio film e' anche il padrone del suo giornale. Addio.


Io sono una forza del Passato. 
Solo nella tradizione è il mio amore. 
Vengo dai ruderi, dalle Chiese, 
dalle pale d'altare, dai borghi 
dimenticati sugli Appennini o le Prealpi, 
dove sono vissuti i fratelli. 
Giro per la Tuscolana come un pazzo, 
per l'Appia come un cane senza padrone. 
O guardo i crepuscoli, le mattine 
su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo, 
come i primi atti della Dopostoria, 
cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe, 
dall'orlo estremo di qualche età
sepolta. Mostruoso è chi è nato 
dalle viscere di una donna morta. 
E io, feto adulto, mi aggiro
più moderno d'ogni moderno
a cercare i fratelli che non sono più.

❂ ❀ “Act well your part, there all the honor lies.” ❂ ❀


farfalla fiore 4
Edgar Lee Masters (1868–1950).  Spoon River Anthology.  1916. 
                       89. Mrs. George Reece 


TO this generation I would say:
Memorize some bit of verse of truth or beauty.
It may serve a turn in your life.
My husband had nothing to do
With the fall of the bank—he was only cashier.
The wreck was due to the president, Thomas Rhodes,
And his vain, unscrupulous son.
Yet my husband was sent to prison,
And I was left with the children,
To feed and clothe and school them.
And I did it, and sent them forth
Into the world all clean and strong,
And all through the wisdom of Pope, the poet:
“Act well your part, there all the honor lies.”



Io vorrei dire a questa generazione:
imparate a memoria qualche verso di verità o bellezza.
Potrebbe servirvi nella vita.
Mio marito non ebbe niente a che fare
col fallimento della banca: era solo il cassiere.
Il crac fu dovuto al presidente, Thomas Rhodes,
e a suo figlio, leggero e senza scrupoli.
Eppure mio marito fu mandato in prigione,
e io rimasi con i bambini,
a doverli nutrire, vestire e mandare a scuola.
E lo feci, e li avviai nel mondo
ben puliti e robusti,
e tutto per la saggezza di Pope, il poeta:
“Recita bene la tua parte: in questo consiste l’onore.”

         Antologia di Spoon River - "Mrs. George Reece"